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Impossible Shepherds
viaggio nella Cultura Pastorale abruzzese
Impossible Shepherds rappresenta l’ultimo tassello di un percorso antropologico e di stile/linguaggio fotografico.
Impossible Shepherds rappresenta la possibilità e il tentativo di far interagire e fondere insieme “ricerca ed arte”.
Impossible Shepherds intimamente rappresenta un cerchio che si “chiude” ed uno nuovo che inizia la sua curva.
Il progetto racconta di un “viaggio” nell’Abruzzo della Memoria e dell’Identità, di una Cultura millenaria che si perde nella notte dei tempi, quella pastorale, che ancora oggi, pur con le dovute mutazioni, continua ad esistere e resistere. Le fotografie ritraggono la quotidianità, le mansioni giornaliere e i ritmi cadenzati che i pastori abruzzesi giorno dopo giorno ripetono da generazioni, nonché i colori della montagna ed il gregge. La narrazione prende forma grazie ai protagonisti, ai loro gesti, alle loro espressioni, al loro essere parte integrante di un microcosmo che plasmano e da cui vengono plasmati. Il progetto si concentra tanto sull’aspetto tradizionale quanto su quello che riguarda il “cambiamento”, l’innovazione sia a livello tecnico-lavorativo (dunque l’uso di macchinari per la mungitura e la fattura di formaggi e ricotte) sia a livello socio-antropologico (entrata nella grande famiglia pastorale abruzzese di “nuovi” protagonisti/lavoratori in particolar modo macedoni, albanesi e rumeni). Le fotografie raccontano di Emilio e Francesco, pastori abruzzesi dalla nascita; di Vasile e Yonuz, il primo rumeno, l’altro macedone, venuti dall’altra sponda per tentare di migliorare la propria vita e quella della loro famiglia; delle capre e della Maiella; di un’identità culturale che muta e si trasforma diventando “altra”. Gli scatti raccontano dunque di un incontro, di una frequentazione e di una ricerca che dura da anni e alla quale, nel tempo continuano ad aggiungersi sempre nuove scoperte. Concludo questa piccola presentazione con un breve accenno sul titolo del progetto che, non è casuale. Per diverse ragioni è stato un lavoro che spesso ho reputato “impossibile” in virtù di una serie fattori che ne hanno caratterizzato il percorso, uno su tutti, la difficoltà di reperire le pellicole Impossible PX 680 Cool, con le quali il progetto è stato pensato e realizzato, e che oramai sono fuori produzione. Sparite dagli scaffali dei negozi di fotografia per lasciare il posto alle “NEW FORMULA”, le COOL, diventano il segno “del passato… e del nuovo che avanza”. Questo passaggio, seppur creandomi non poche difficoltà, è in totale affinità “filosofica” con i temi della ricerca fotografica: la memoria, il cambiamento, l’evoluzione, la metamorfosi, ecc..
Le polaroid sono state realizzate utilizzando la tecnica dello Screen Shot.
Approfitto in fine per ringraziare una persona con la quale, a seguito di questo lavoro fotografico è nata una collaborazione e un’amicizia speciale: Silvano Peroni. Lui mi ha dato modo di avvicinarmi ed appassionarmi al mondo dei Polaroiders e senza il suo apporto/supporto questo lavoro sarebbe stato letteralmente “IMPOSSIBLE”, lo ringrazio davvero di cuore.
Buon viaggio.
Commento
ho già postato questa specifica sulla pagina della LETTURA PORTFOLIO...
... per essere eticamente giusti (mi sono accorto di non averlo specificato nella presentazione)... le immagini sono il frutto di un lavoro "ready-made" basato su fotografie da me realizzate durante diversi anni di ricerca antropologica a tema "Cultura pastorale abruzzese"... essendo "nuovo" nel mondo polaroid, spero di non aver creato "problemi" non specificando prima questa cosa... vi assicuro però che per avere un risultato cromatico che fosse uniforme/narrativo e che rispecchiasse gli scatti di partenza... beh, è stata durissima... comunque... buona visione.
grazie pierluigi...
chapeau...................sono rimasto a bocca aperta
Silvà... sono io a doverti ringraziare... e mai smetterrò di farlo... è davvero difficile trovare persone disponibili come te... davvero... l'unico tuo problema ora è che... ti continuerò a "disturbare" per molto tempo ancora... un abbraccio e grazie ancora...
Cosa dire Gaetano...grazie a te per avermi dato la possibilità di condividere questo tuo progetto fin dall'inizio.é stata una sfida ,ma per due segni zodiacali come noi ,non poteva essere che impossibile.
grazie davvero... il mio lavoro di antropologo visuale mi ha portato ha passare mesi e mesi su in montagna... spalla a spalla con i "protagonisti" di queste foto... Emilio e Francesco (i pastori che mi hanno accolto a casa loro), Vasile e Yonuz, ora, non sono più solo degli "informatori" ma degli amici di vecchia data... non è solo merito mio... è merito loro, della loro sconfinata disponibilità unita alla mia "sete di conoscienza"... non smettero mai di ringraziarli...
Ci tengo a farti i miei più sinceri complimenti! Sono immagini davvero stupende!
Si sente l'odore di una tradizione che mantiene, contro ogni forzosa progressione verso un futuro "migliore", ritmi e colori, puri, delle origini...
Grazie di aver condiviso con noi questi scatti!
Che dire??? grazie mille...
che dire ? piu' che "impossible" questo tuo lavoro e' "incredible" !!! bellissimo progetto e scatti stupendi
si puo' cliccare mi piace sull'intero progetto ?
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