LO SGUARDO DEGLI ALTRI (gli altri siamo noi) SCATTI DELL'ANIMA

Quando scattai quest’autoritratto, il mio intento era quello di rappresentare uno stato d'animo, il più possibile puro, vero, senza essere condizionata dalla presenza della fotocamera. Ragionando sul rapporto fotografo/soggetto fotografato e sulla difficoltà di riprodurre fedelmente la realtà nell'immagine generata da questa relazione, si potrebbe dire che l’atto del fotografare i volti e gli stati d’animo correlati è simile al Principio di Indeterminazione di Heisenberg (nella fisica quantistica) secondo il quale l’osservatore (il fotone) studiando la realtà (la traiettoria dell’elettrone) la modifica. Il fotografo così modifica il vissuto del soggetto osservato che a sua volta condiziona l’osservatore in un processo di reciprocità. La fotografia dunque interagisce sull’asse Io-Sé (Conscio-Inconscio) provocando una sorta di rivoluzione copernicana del punto di vista: l’Io cosciente perde la sua centralità a favore dell’Indeterminato. L’osservatore fotografa così il Mondo Intermedio tra l’Io-Cosciente e Sé-Inconscio nel tentativo di compiere l’ardua traduzione dell’intraducibile. La sfida del progetto "SCATTI DELL’ANIMA" è quindi quella di manifestare l’inesprimibile attraverso la ricerca del chiaroscuro più adatto a descrivere l’anima.