Ed io suonerò di rosso acceso

Commento

Commento da Maria Vodarich su 14 Maggio 2015 a 0:09

... è vero, siamo noi che diamo significato, sostanza e profondità alle cose grazie al nostro vissuto e alla nostra sensibilità. Questa immagine non è solo bella ma racchiude anche un piccolo pezzo della tua storia! E' fondamentale tenere sempre ben stretto il filo rosso della memoria e con la fotografia possiamo costruirci l'archivio delle emozioni. Se poi si ha una Polaroid a portata di mano si realizzano immagini deliziose come questa.................................

Commento da Marcello Ranieri su 13 Maggio 2015 a 8:08

Grazie Maria del bel complimento♡.. questo campo di papaveri è ad un centinaio di metri dal podere dove sono nato...i primi passi e le prime corse le ho fatte li...questa terra l'hanno lavorata i miei nonni..le cose che fotografiamo non possono essere solo fatti estetici. ..corpi, fiori, alva e tramonti..nulla è se non la sentiamo dentro di noi..anche solo delle briciole..Matilde, mia figlia, aveva la chitarra perché stava andando a lezione da Lapo, chitarrista dei Matti delle Giuncaie, (il nome è già indicativo)..io avevo la Polaroid com me...la voglia di fermare quell'attimo..tra passato e futuro..

Commento da Maria Vodarich su 13 Maggio 2015 a 0:14

Mi piace tantissimo! Appaga la mia sete di poesia ....

Commento da Marcello Ranieri su 12 Maggio 2015 a 23:02

ehh..eh. era una promessa che avevo fatto a Maria..occupare la pagina con i papaveri.. ( e son più nudi di tutti)..grazie Lucia

Commento da Lucia su 12 Maggio 2015 a 20:59

ma non valeeeeeeeee..... Tu e Maria e i vostri papaveri. Bellisssimi e bellissime foto !!!!