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Momenti importanti nella vita di un pendolare che prende il treno almeno cinque giorni a settimana da quando aveva quattordici anni. Hanno spostato la stazione.
Nel senso che hanno chiuso quella vecchia e hanno aperto quella nuova a cinquecento metri di distanza.
Adesso è ancora un po' più vicina a casa e conto, mattina dopo mattina e sera dopo sera, di riuscire a ottenere tempi sempre migliori ottimizzando percorsi e confidando in facili attraversamenti pedonali.
Talvolta infatti comprendo perfettamente come si sentono i piloti di formula uno quando fanno le loro qualifiche e anche un decimo fa la differenza: perché io, nei percorsi che faccio tutti i giorni ho la stessa logica. Affinare traiettorie, stabilire il miglior approccio ad una curva, valutare la presenza di eventuali ostacoli fissi o randomici (leggi alberi o auto parcheggiate alla cazzo). E l'incognita meteo con le pozzanghere e il fango che magari si deposita proprio in traiettoria.
Il tutto per riuscire a spuntare qualche secondo (che però, ad esempio la sera, quando ti scappa la pipì da venti minuti, può fare la differenza) per arrivare un attimo prima.
Poi, arrivato in stazione, il pendolare consumato occupa la sua piastrella in banchina (con ovvio sguardo truce all'abusivo che osa scompaginare il tuo equilibrio mattutino fatto di luoghi e azioni sempre necessariamente identiche) e, quando arriva il treno, si precipita inveendo mentalmente contro le altre “salme” che si frappongono tra lui e il “suo” posto (e quando glielo rubano diventa tutta una questione di frazioni di secondo valutare un altro buon posto e buttarcisi prima che arrivi qualcun altro).
Personalmente, specialmente la mattina, le persone che odio di più sono quelli che prendono il treno “una tantum”. Li riconosci subito. Tutti sono carichissimi e loro hanno il passo molle, tutti hanno fretta e loro si metto inevitabilmente in mezzo alle balle. E quel che è peggio è quello sguardo tra l'inconsapevole, l'ignaro e il terrorizzato che si svela sui loro volti quando li guardi storto.
Fare il pendolare ti tempra. Chi fa il pendolare ha un sistema immunitario più forte perché tra pendolari ci si contagia e ci si sterilizza a vicenda, un po' come i bambini all'asilo. Fare il pendolare non è per tutti. Infatti un sacco di gente che conosco preferisce farsi due ore di coda in macchina piuttosto che prendere il treno. Dilettanti.
Comunque il pendolare ha sempre una grossa certezza, maturata dall'esperienza nel corso degli anni: possono cambiare i vagoni, spostare le stazioni, cambiare gli orari.
Tanto il treno arriverà in ritardo comunque.

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Commento da Carmen su 15 Giugno 2011 a 10:28

sottoscrivo,

una pendolare decennale

 

:)

Commento da matteo capaia su 14 Giugno 2011 a 22:35
molto bello.

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