ready made for exposition-tecnica cangiante-bda

Questa serie di immagini, di manipolazione con la tecnica cangiante, è di non facile spiegazione ancora più difficile è mostrarla se non dal vivo, si può soltanto far vedere una delle sue molteplici visioni proprio perché è variabile a seconda dell’angolo di rifrazione della luce e della variazione dei gradi kelvin della luce stessa. Risulta particolarmente adatta alle esposizioni o mostre dove la si può apprezzare nella sua pienezza. E’ quindi un tipo di fotografia che se esposta in un ambiente a luce naturale cambia seguendo il corso della luce della giornata, cambia altresì con la luce artificiale a seconda dell’angolazione in cui la si guarda e dei gradi kelvin della fonte di luce stessa. Inoltre, posti ad una determinata distanza, quello che vede l’occhio sinistro risulta diverso da quello che vede l’occhio destro, la fusione di queste due immagini a livello cerebrale, offre un’ulteriore visione, offrendo un’immagine ancora. Questo in virtù della rifrazione dell’immagine a seguito della manipolazione eseguita denominata cangiante proprio per le sue particolarità. Rifrazione, come chiosa (marginal note), già citata nel X secolo da Ibn Sahl (precursore delle lenti asferiche) e della successiva legge di Snell 1610. Assimilabile per alcuni versi, come intenti, ai diorami di una conosciuta fotografa modenese, con cui ho avuto il piacere di confrontarmi la passata estate a Venezia. Anch’essa lavora sui diversi piani visuali sovrapponendo più immagini non complanari (quindi non doppie o triple esposizioni) ottenendo delle peculiarità per certi versi simili. Nel suo caso sono diverse immagini successivamente montate in maniera stratificata separate tra loro da spazi e spostati fino ad ottenere l’effetto voluto. In questo caso è una sola immagine manipolata. Come risultato si ottiene un’immagine variabile, cangiante anche nei toni dei colori, a seconda dell’osservazione; da ciò la difficoltà di poterla mostrare nelle sue differenti visioni in maniera digitalizzata poiché tra l’altro si può mostrare di essa soltanto una visione monoculare penalizzando una parte della sua spettacolarità. In alcuni scatti, permettetemi un ossimoro, è illusoria ma concreta la tridimensionalità creata dalla differenza dell’emulsione in trasparenza e quella non in trasparenza dalla chimica di sviluppo. La scelta della pellicola green 600 reclaimed series permette un bilanciamento ulteriore dei toni di giallo e verde arrestando volutamente il processo nella fase di sviluppo, atto ad enfatizzare l’effetto cangiante.

This series of images, of manipulation with the iridescent technique, is not easy to explain, even more difficult is to show it if not live, you can only show one of its multiple visions precisely because it is variable depending on the angle of refraction of the light and the variation of the Kelvin degrees of the light itself. It is particularly suitable for exhibitions or shows where it can be appreciated in its fullness. It is therefore a type of photography that if exposed in a natural light environment changes following the course of the light of the day, it also changes with artificial light depending on the angle from which it is looked at and the Kelvin degrees of the light source itself. Furthermore, placed at a certain distance, what the left eye sees is different from what the right eye sees, the fusion of these two images at a cerebral level, offers a further vision, offering yet another image. This is by virtue of the refraction of the image following the manipulation performed called iridescent precisely because of its particularities. Refraction, as a marginal note, already cited in the 10th century by Ibn Sahl (precursor of aspheric lenses) and the subsequent Snell law of 1610. Comparable in some ways, as to intent, to the dioramas of a well-known photographer from Modena, with whom I had the pleasure of comparing myself last summer in Venice. She also ....