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E dalla Liguria si finisce in Veneto, a Padova. Che poi è il capoluogo d'origine di mio padre, che, come ebbi modo di scrivere, nacque in provincia, in un posto dimenticato da dio, visto il clima terrificante.
Non avevo mai visto il centro storico di Padova così bene: quando ero piccolo magari s'andava qualche volta al “Santo” e ci ho fatto pure una gita alle superiori per vedere una mostra. Ma non mi ricordo assolutamente nulla di quel viaggetto.
Invece questa volta me la sono goduta. Padova è proprio una bella città, non c'è che dire. Belle piazze, bel centro, bei portici, bello tutto.
Ma la cosa che più ricordo della gita patavina è il cibo. Infatti, per puro culo, abbiamo trovato un ristorante dove abbiamo mangiato davvero bene. La tagliata di tonno che ho preso per secondo compare talvolta nei miei migliori sogni (ovviamente portata al tavolo, per esempio, da Emma Watson, che poi... vabbè.).
Comunque al di là di tutto, credo che Padova abbia proprio una bella atmosfera. Anche qui siamo stati fortunati col tempo: una uggiosa domenica di febbraio, la mattina per fortuna ha tenuto. Le cateratte si sono aperte quando stavamo pranzando, ma nel pomeriggio, l'obbiettivo era di vedere una mostra a Palazzo Zabarella, per cui ci è andata bene.
Città abbastanza vuota. La gente si mostrava soprattutto in zona Caffè Pedrocchi, ma Piazza della Frutta e Piazza delle Erbe erano praticamente deserte.
L'impressione è che comunque i padovani se la sappiano godere, non per nulla il Pedrocchi è noto perché era sempre aperto.
Mi è sembrata una città che sa prendersi i suoi spazi. Il centro non è stretto e tortuoso come, ad esempio, quello di Verona. Le piazze ci sono, sono parecchie e ce ne sono di molto grandi e sceniche. E ci sono anche un buon numero di strade dove camminare tranquillamente e fare lo struscio davanti ai negozi.
Ho notato poi una certa rassomiglianza con Bologna. Tutte e due città universitarie, tutte e due con dei centri storici piuttosto grandi e tutte e due alquanto porticate (certo, Bologna di più, però anche Padova non sta messa male). Avevano un'atmosfera simile. L'autostrada che le collega forse non ha fatto altro che avvicinare ancora di più due città che mi sono sembrate cugine.
Insomma, benché io tenda a rifuggire le mie radici padovane, devo dire che quella domenica, un po' a casa, mi ci sono sentito davvero.

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