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Commento da Roderick Usher su 9 Gennaio 2015 a 19:17

:D 

Io ho gia la prova di aver avuto un bonus generosissimo al riguardo!

Commento da roberto de gregorio su 8 Gennaio 2015 a 15:52

bellissima la teoria del bonus, grazie.

ma mi ha inibito, temo di aver quasi esaurito il bonus delle cazz.. cavolate, mi tocca trattenermi!!!!!!!!!!!!! 

Commento da Roderick Usher su 30 dicembre 2014 a 16:46

Certo che serve anche a questo, leggendo le ultime due righe a me è appena servito per segnarmi un altro libro che non ho letto!E non sapevo che Kite avesse recitato ne “Il tè nel deserto”! Ah, no, è kit. Uffa, però mi sa che l'autografo glielo chiedo lo stesso!Passi da una bella citazione all'altra, e purtroppo anche tu fai centro ad ogni colpo. A volte quella consapevolezza sembra davvero un terribile incantesimo, come se restassi seduto sulla sponda del fiume a guardare l'acqua scorrere, senza più la spinta per ributtarsi nel fiume, e nuotare di nuovo. Avessi almeno la consolazione di veder passare il cadavere del tuo nemico, macché! ;)Ma visto che divaghi sul tema, vado anche io alla deriva letteraria. E giusto per non incupirci troppo, parto da “ quante altre volte guarderai sorgere la luna piena? forse venti.” per citare la teoria del bonus vitale elaborata da Cornelis Noon, perfezionata ed esposta da Talete a Siliconi, medico di una clinica privata. Ecco qua:

Accidenti non ci sta, questo spazio è crudele con i logorroici!

Ma l'ho trovata su internetto e il collegamento è questo qua:

La teoria del Bonus

Commento da roberto de gregorio su 30 dicembre 2014 a 11:49
Roderick hai proprio colto nel segno, sono 48 anni che aspetto... i tartari! (il fantasma ti risalutala e si vuole presentare: "sono la terribile consapevolezza di chi percepisce di sprecare il suo tempo, sapendo che nessuno lo renderà mai indietro, e tuttavia non riesce a far nulla perché ciò non accada, come in un incantesimo paralizzante")
Divagando sul tema, visto che un altro anno è rotolato via, voglio ricordare gli ultimi due minuti del film il tè nel deserto.
forse uno dei punti più alti dove cinema e letteratura si fondono, quando kit, persa più che mai, entra nel bar dove è seduto un vecchio (che è poi l'autore del libro da cui è tratto il film, e che anche nel film è veramente lui, paul bowels) il quale si accorge subito che la sua "creatura" (nel senso il personaggio da lui creato), si è smarrita. lui le chiede "si è perduta?” e lei risponde di sì, ma lo fa sorridendo, perchè ora che ha incontrato trovato ritrovato il suo creatore, forse si sente al sicuro, e il vecchio inizia a pensare a quella frase che credo descriva alla perfezione il fantasma: "la morte è sempre in cammino, ma il fatto che non sai quando arriverà, sembra togliere importanza al fatto che la vita è limitata. è proprio quella terribile inesorabilità che noi tanto detestiamo. ma poichè non sappiamo, finiamo per pensare alla vita come a un pozzo inesauribile. eppure ogni cosa accade soltanto un certo numero di volte, e un bel piccolo numero, in effetti. quante altre volte ricorderai un certo pomeriggio della tua infanzia,qualche pomeriggio che sia così profondamente parte del tuo essere per cui tu non possa nemmeno concepire la tua vita senza quelle ore? forse altre quattro o cinque volte. forse nemmeno. quante altre volte guarderai sorgere la luna piena? forse venti. e tuttavia, tutto sembra senza limiti".
ps
in questi pochi giorni di non lavoro ho letto un bellissimo libro, la simmetria dei desideri di eshkol nevo; grazie al tuo spunto ora credo ripasserò Buzzati: forse polaroiders serve anche a questo!
Commento da Roderick Usher su 29 dicembre 2014 a 15:47

Grazie di nuovo Roberto, e salutami il fantasma! Lo conosco bene, è da un po' che abita spesso anche le mie stanze. Senza volerlo, gli ho appena finito di dare in pasto "Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati. Se ne è cibato con piacere e queste notti è tutto uno stridio di catene e ululare del vento. Ma forse è solo il maestrale.  

Commento da roberto de gregorio su 23 dicembre 2014 a 12:42

le tue fotografie sono così intensamente belle, e questa in particolare mi ha evocato l'unico vero fantasma che mi abita (banalmente, "il tempo che passa"), che mi sembrava l'omaggio minimo..

Commento da Roderick Usher su 23 dicembre 2014 a 1:14

Ah! io non ho scansionato bene la cornice della polaroid e non l'ho messa, e tu hai pensato bene di aggiungere una bella cornice letteraria. Grazie Roberto, molto apprezzata! 

Commento da roberto de gregorio su 22 dicembre 2014 a 18:37
E finalmente sei tornato, e poi...” La voce si spezzò, le mani riportarono la coppa alle labbra, che vi si immersero.
“E poi?” chiese Ulisse, come non conoscesse la risposta.
La donna scosse la testa, incominciò a piangere piano, ma esitava a rispondere. “E poi,” disse finalmente, tergendosi occhi e naso col dorso della mano, “nulla, la stessa solitudine di prima, peggiore perché tu sei qui. Ma passi il giorno da solo a contemplare il mare, passi la notte con i tuoi compagni a ricordare gli anni in cui eri lontano.”

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