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Dunque. Oggi è domenica. Incidentalmente è anche pasqua. E in quanto 24 aprile è anche e soprattutto il mio compleanno. Età simbolica, sono 30. Chissà se arriverò ai 31.
Comunque. Scorcio di Corso di Porta Romana scattato qualche domenica fa all'ora di pranzo.
Sapete che secondo me Corso di Porta Romana la domenica è uno dei posti più tristi di Milano?
Non so perché ma l'immagine mentale che ho di quella via è quella di un sole fortissimo e tostissimo (deve essere tipo fine giugno o luglio), ombre nette ma tanta afa. Per strada nessuno. Silenzio. Non vola una mosca. È ora di pranzo o comunque il pranzo è appena finito ed essendo domenica, s'insinua quella malinconia post-prandiale che ti ricorda che l'ultimo giorno libero è entrato nella sua seconda parte, quella che lo porta verso la fine. Lungo i marciapiedi l'infilata dei negozi è completamente chiusa. Niente aperto. Non c'è nessuno. E io, in mezzo a quel nulla, sento che vorrei solo dissolvermi, evaporare, sparire nel nulla in mezzo a Corso di Porta Romana. Solo chiudere gli occhi ed evaporare, nient'altro. Perché voglio solo andare via da un luogo così triste.
Anche se, a pensarci bene, io la domenica subito dopo il pranzo trovo un po' triste qualsiasi luogo sulla terra. Mi è venuta un'altra immagine mentale: il balcone della casa al mare di quando ero piccolo, a Jesolo. Quel balcone dà su una delle vie più trafficate, via Aquileia. In via Aquileia ho visto code e macchine ferme al sabato sera (macchine ferme e tendenzialmente pieni di tamarri che avevano come scopo quello di raggiungere le “rinomate” discoteche del Lido), ma anche via Aquileia ha il suo lato oscuro. Sempre in orario post-prandiale, ma un giorno in settimana di fine agosto. Nessuna macchina che passa. I posti auto davanti alla posta semivuoti. Era uno dei segnali della fine delle vacanze. Che altro carico di tristezza.
L'assenza, uno stato diverso dall'essere solito. Il vuoto, quello occidentale. Il silenzio irreale. Perché tutte queste cose si condensano nei momenti terminato il pranzo? Perché questi minuti attirano tutte queste foglie di tristezza sul mondo e su di me?

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Album: Milano
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Commento da Carlo Chiapponi su 19 Settembre 2011 a 21:39

Mi associo al tuo sentire, a volte la tristezza riesce ad essere creativa se vissuta come esperienza senza volontà di fuga. Deve essere vissuta come altre sensazioni e stati d'animo: 

Ti è mai capitato quasi di toccarla l'ultimo giorno/ora/minuti prima delle vacanze di Natale in ufficio con tutti quei fantastici auguri che ci facciamo ?  

In alto i cuori ! Carlo

Commento da kite su 24 Aprile 2011 a 21:23
mi associo al commento di Carmen e buon compleanno, se l'augurio, comunque tardivo, non ti mette tristezza...:-)
Commento da Carmen su 24 Aprile 2011 a 15:45

Intanto Buon compleanno!

Mi piace molto questa tua sorta di diario! e questa foto mi ricorda i quadri di Hopper e mi piace!

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