Scrivo a tutti coloro che, dopo aver inizialmente provato o sentito parlare delle nuove pellicole “Impossible”, si sono dichiarati scettici o addirittura costernati per le prestazioni e i risultati che se ne possono ottenere. Sono da sempre e sempre in contatto con molti Fotografi e Artisti, che mi chiedono notizie, pareri e consigli sulla disponibilità, sulle prestazioni, sulla creatività che questi materiali consentono di realizzare e lo faccio sempre molto volentieri, grazie alle varie esperienze acquisite e al ruolo di interfaccia che mi è stata assegnata “coram populi”.
Sono principalmente motivato dalla passione per la Fotografia in generale e per le pellicole a sviluppo immediato in particolare, che offrono infinite possibilità di elaborazione e manipolazione, ma soprattutto sono stimolato dalla ricerca di nuovi aspetti, di nuove tecniche, di nuove espressività, sia con la tradizionale Fotografia Analogica che con le Tecnologie Digitali ora disponibili. Chiarisco che non sono pagato per farlo, non ho contratti con “Impossible”, compro le pellicole, come tutti voi, e dedico il mio tempo e il mio entusiasmo per il puro piacere di farlo, per il desiderio di essere ancor una volta “esperto”, di poter realizzare altre immagini di qualità, di poter condividere le mie esperienze con gli amici altrettanto appassionati e di essere utile alla causa.
Come moltissimi, ho pianto quando i precedenti possessori di Polaroid hanno deciso la chiusura della produzione e lo smantellamento degli stabilimenti, ma non mi sono disperato, ben sapendo che la Fotografia offre e continuerà a offrire ampie possibilità a tutti quelli che ne hanno la passione. Quando, però, è stato annunciato “The Impossible Project”, la speranza è tornata e ho seguito con apprensione e stupore gli sviluppi del progetto, con il sogno palese che ce la facessero, supportandoli con le tutte le benedizioni che avrei potuto mandare loro e con l’illusione di poter ancora avere fra le mani dei materiali che si prestassero nuovamente a essere utilizzati sia espressivamente sia creativamente. Come ben sanno tutti quelli che vi si sono appassionati in passato, la fotografia a sviluppo immediato è il più valido banco di prova per dimostrare le proprie capacità fotografiche. Non a caso gran parte dei più grandi e celebrati Fotografi si è da sempre confrontata con questo mezzo, producendo immagini fantastiche, raccolte a suo tempo nelle prestigiose “Polaroid Collections” ormai purtroppo smembrate per disposizione di un giudice. Il motivo è semplice, con la Fotografia a Sviluppo Immediato il risultato che si ottiene è sempre e solo frutto delle proprie capacità e intuizioni, senza mediazione di Laboratori e Ritoccatori che lo possano condizionare. E, soprattutto di questi tempi, non è cosa da poco; non è necessario il bollino che certifichi l’autenticità della Fotografia, per definizione la Fotografia a Sviluppo Immediato è “vera fotografia” come si vorrebbe far certificare, riferendosi alla realizzazione di immagini con un processo analogico o comunque non modificate digitalmente.
Ora che il sogno si è realizzato, ora che quel gruppo di nuovi “pionieri” ci ha messo nuovamente a disposizione delle pellicole, compatibili con tutti i nostri apparecchi Polaroid, ora è il momento di iniziare a goderne e a sfruttarle. Chi si aspetta da subito la qualità eccelsa e bassi costi, non ha capito purtroppo quali sono e saranno ancora le difficoltà che hanno dovuto e devono affrontare e superare prima di raggiungere gli obiettivi sperati. L’aver avuto a disposizione i macchinari per l’assemblaggio è stato un grande aiuto (e un grande investimento), ma la chimica e la fisica, per ottenere dei materiali sensibili alla luce che si sviluppino in piena luce in pochi minuti, hanno dovuto completamente reinventarla, cercarla, provarla, modificarla. Quanto dispendio di energie, ricerche, studi, analisi, verifiche (e capitali) hanno dovuto e stanno tuttora affrontando!
Di fronte a tutto ciò, voi Scettici, vi siete tirati indietro, qualcuno si è sentito addirittura “truffato”.
Bella riconoscenza! Quando non c’era speranza, era un coro di “facciamo una cordata”, “speriamo che qualcuno ci ripensi”, “non si può distruggere così la Fotografia a Sviluppo Immediato”. Ora che è di nuovo certezza, pur con difficoltà piccole e grandi, si pensa di liquidarla come “schifezza”.
No, cari Scettici, non ci siamo. Forse non ne avete mai capito la vera filosofia, vi siete solo soffermati sugli aspetti formali, magari solo sul fatto che dei segnacci fatti su di una immagine mentre si sta sviluppando significhi creatività e che sia sufficiente per definirsi “Artisti”. Di sicuro non saranno mai i materiali, le pellicole nel nostro caso, a essere di per sé stessi creativi e artistici, ma sempre e solo il modo e le motivazioni con cui sono utilizzati e proposti.
Non mi definisco Artista, ma sono un Cultore della Fotografia, delle sue capacità espressive, delle sue infinite possibilità di comunicare con messaggi che vanno direttamente al cuore e nella mente degli osservatori, con linguaggi ancora poco codificati, ma efficaci e immediati. Sono, però, anche emotivamente coinvolto nella ricerca di nuovi mezzi per potersi esprimere, attraverso sperimentazioni e verifiche che facciano scoprire nuovi approcci e risultati avvincenti. Quale migliore occasione delle pellicole “Impossible”, che pur nella loro ancora giovane e fresca apparizione possono offrire visioni diverse della realtà, a volte anche eteree, con contrasti appena accennati, ma pur sempre con risultati immediati e con fantastiche possibilità di manipolazione!
Miglioreranno? Certo che sì! Già se ne possono assaggiare notevoli passi verso qualità più vicine al nostro modo abituale di vedere e rappresentare, ma perché aspettare? Quello che oggi consentono di fare (o si limitano a fare secondo voi), domani non sarà più possibile replicarlo. Ecco che, ancora una volta, la loro unicità diventa elemento fondamentale per apprezzarle e piegarle alla nostra abilità espressiva e creativa, consapevoli che comunque non è elemento sufficiente a definirsi artisti. Sarà sempre la capacità di esprimersi con delle immagini comprensibili, ben composte, equilibrate, dirette, non banali, a qualificare le nostre immagini.
Un’ultima considerazione, il costo? Non è sicuramente a buon mercato, più caro delle già costose polaroids originali, ma non eravate disposti a spendere follie per accaparrarvi le ultime originali Polaroid? E non pensate che un piccolo personale contributo alla causa possa servire a migliorare la qualità e a garantire un solido futuro al progetto che tutti, anche i fondatori, ritenevano impossibile e invece ha dimostrato di avere ottime possibilità di concretizzarsi?
Come pensate di continuare a definirvi Artisti semplicemente aspettando che altri provino e sperimentino, per poi copiarne pedissequamente i gesti? Dove sarà la vostra originalità, la vostra creatività, quando avrete fra le mani pellicole dai risultati certi, che tutti potranno ottenere perché ne avranno visti i frutti e i modi per ottenerli, come avrete probabilmente già fatto con le polaroids?
Peccato per voi, cari Scettici, dal canto mio, e con me molti altri veri appassionati, stiamo provando, sperimentando, spendendo, dedicando tempo e risorse a questa nuova grande avventura nel mondo della Fotografia, paradossalmente più avanzata ancora del Digitale che avrebbe voluto uccidere questi aneliti di Analogico, una Fotografia fatta ancora con le proprie mani, di errori, talvolta perfino di frustrazioni, ma spesso anche di grandi soddisfazioni. Peccato per voi, non potrete dire “io c’ero”!
Beppe Bolchi