Avvistamento 02 22 11 11

Forse quei persistenti mal di testa sono espressioni di un male piu grave e non di un leggero abuso alcoolico, forse piccoli ingranaggi vagano errabondi in questa macchina fotografica che mi accompagna da tanti anni, forse e dico forse il mondo non finisce dove si ferma lo sguardo ma si spinge sino ai margini della fantasia.
Non posso uscire, non posso lavorare, lui è li, memoria delle mie paure, spettro delle mie speranze, fluttuante icona di un infanzia trascorsa sulle note di Eugenio Finardi.
Scatto, una, dieci, cento istantanee, nella speranza che scompaia che la realtà superi le aspettative e mi riporti ad una parvenza di normalità, dove il cielo non è popolato se non da fallimentari compagnie aeree e stormi di uccelli in fuga dal freddo.
Bastano quaranta anni vissuti follemente per fare di un uomo un folle ?
Sono sufficienti alcune immagini rubate al cielo per sconvolgere un esistenza ?
Ancora guardo fuori dalla finestra, l’occhio protetto dall’obbiettivo e ancora scatto, niente flash per evitare il riverbero sul vetro ancora scatto, attendo nel dissiparsi del blu il rafforzarsi delle mie convinzioni, ma lui è ancora li a schernire le mie speranze, le mie illusioni, benvenuta follia …..